Antonino Di Vita, archeologo. (Chiaramonte Gulfi, 19 ottobre 1926 – Roma, 22 ottobre 2011)

Il fondo Antonino Di Vita consta di relazioni di scavo, documentazione, foto, disegni relativi soprattutto al periodo della sua permanenza in Libia tra il 1962 e il 1965, oltre che la documentazione relativa allo scavo, al restauro dei Mausolei A e B di Sabratha, della Villa di Tagiura, del tophet, dell’anfiteatro di Leptis e dei monumenti studiati nel corso degli anni 1966- 1976 (arco dei Severi, basilica e foro severiano, tombe dipinte di Sabratha).
Altra numerosa documentazione dell’archivio personale conservato dagli eredi Di Vita (area sacro-funeraria di Sidret el-Balik e numerose altre ricerche condotte negli ultimi anni) è in corso di sistemazione e scansione.

Nel fondo Di Vita sono confluiti anche disegni e documentazione  relativi a Coo, Rodi e Gortina di Creta, in corso di inventariazione e riordino, oltre che la documentazione relativa alle spedizioni archeologiche al Medracen in Algeria (anni ’70), e alcuni disegni relativi alla fattoria del Nador e a Cartagine.